Sustainable fashion

Caterina Gatta è fermamente convinta che anche il mondo della moda debba ispirarsi all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU. L’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

L’attuale sistema economico, basato sul concetto lineare del “produci, consuma, getta via”, sarà sempre meno sostenibile. Per questo occorre passare a un’economia circolare, in grado di reintegrare al proprio interno le risorse materiali ed energetiche già utilizzate, così da eliminare il concetto di “rifiuto” per sostituirlo con termini quali “recupero”, “riciclo” e “condivisione”. In questo modo i consumatori possono disporre di prodotti più durevoli, versatili e innovativi, capaci di ridurre inquinamento ambientale e spreco di risorse, fornire risparmi e migliorare la qualità della vita.
Il Brand Caterina Gatta è gestito direttamente dalla stilista che, oltre ad essere appassionata di moda, ha da sempre ricercato forme di espressione della sua creatività che si basassero sui valori del bello ma anche sul recupero e sul riciclo di materiali di stock di magazzino o rimanenze di tessuti nei negozi tessili.
La moda, infatti, è una delle industrie più inquinanti e, per ridurre questo impatto negativo, oltre all’utilizzo di materiali nuovi ecologici e cicli di produzione rispettosi dell’ambiente, si deve ridurre lo spreco e favorire il riutilizzo di quanto già prodotto.
Questa politica trova una corrispondenza in quello che si realizza in altri settori, come quello energetico, nel quale, oltre a sostituire forme di produzione più inquinanti con altre meno inquinanti, si punta soprattutto alla riduzione dei consumi di energia. Purtroppo, nel settore moda, si continua a produrre senza la dovuta attenzione alle problematiche che qualsiasi tipo di produzione, anche la più ecologica, comporta e si continuano a riempire i magazzini di materiali.
La scelta etica del riutilizzo, abbinata alla passione per la ricerca e per il vintage, hanno consentito a Caterina Gatta di creare, fin dal 2011, una linea di modelli, da lei sviluppati, che si basano sul riutilizzo di tessuti vintage. Questa scelta è tutt’altro che penalizzante rispetto all’obiettivo del bello e alla creatività, come dimostra quanto realizzato dalla stilista che nella ricerca di rimanenze di tessuti firmati (stampe preziose di stilisti che hanno fatto la storia della moda) e non, ma sempre di alta qualità, fa rivivere ciò che era dimenticato ma tutt’ora bello e attuale, con un impatto zero per quanto riguarda potenziali riflessi negativi (energetici e/o di scorie) del processo produttivo. Anche per i tessuti accessori a quelli principali, la scelta del brand è quella di ricercare rimanenze di magazzino e tessuti di tipo naturale e non inquinanti.
La linea di Caterina Gatta, in questo modo, non solo è la più ecologica che si possa fare, ma consente anche di offrire alla propria clientela una moda di altissima qualità a prezzi accessibili. Una moda non solo non inquinante ma anche più “democratica” e basata su un concetto di bello che è avulso dalle mutevoli tendenze di mercato e perciò duraturo. Non abiti da portare per una stagione e non più portabili l’anno dopo ma stampe e modelli sempre attuali.
Anche per la confezione degli abiti, il Brand, considerati i quantitativi limitati che può produrre in base alle rimanenze che riesce a scovare nei magazzini, ha fatto una scelta precisa. Favorire i piccoli laboratori artigianali a conduzione diretta, che sono sempre più rari, perché massacrati dalla moda di massa delle grosse catene. Il costo del confezionamento, in questo caso, non può essere competitivo con quello del fast fashion, ma per un prodotto di qualità demì couture, come quello del brand Caterina Gatta, risulta una scelta economicamente compatibile, oltre che etica.